Discussione:
A cosa giocano gli adolescenti?
(troppo vecchio per rispondere)
a***@gmail.com
2006-04-19 12:17:20 UTC
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Ma secondo voi, a cosa giocano i ragazzi dai 13 ai 18 anni? Avete
qualche indicazione un po' basata su fatti o cifre plausibili?

Grazie,

A.
MaBi
2006-04-19 12:27:08 UTC
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Post by a***@gmail.com
Ma secondo voi, a cosa giocano i ragazzi dai 13 ai 18 anni? Avete
qualche indicazione un po' basata su fatti o cifre plausibili?
Non credo ci siano molti dubbi su questo: giocano a calcio.
Marco Calcaterra (DeSangre)
2006-04-19 13:49:22 UTC
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Post by a***@gmail.com
Ma secondo voi, a cosa giocano i ragazzi dai 13 ai 18 anni?
Ai videogiochi, e non li biasimo ;)
Non ho cifre, ma è "un fatto" palese direi.
frarobertooo
2006-04-19 13:59:57 UTC
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Post by a***@gmail.com
Ma secondo voi, a cosa giocano i ragazzi dai 13 ai 18 anni?
Io giocavo un sacco a "bottiglia"... od almeno cercavo di farmi invitare
avunque giocassero ;)
frarobertooo
sortilege
2006-04-19 14:01:37 UTC
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Post by a***@gmail.com
Ma secondo voi, a cosa giocano i ragazzi dai 13 ai 18 anni?
quelli normali o quelli sfigati?
a***@gmail.com
2006-04-19 14:06:15 UTC
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Un po' tyutti.

Io ne conosco di non particolarmente sfigati che giocano a Warhammer,
Heroclix, carte collezionabili e ovviamente videogiochi. Lo hanno
imparato a scuola da coetanei. Casi isolati o capita altrove? E vi
risulta altro?
Andrea
2006-04-20 15:41:48 UTC
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Post by sortilege
Post by a***@gmail.com
Ma secondo voi, a cosa giocano i ragazzi dai 13 ai 18 anni?
quelli normali o quelli sfigati?
Premesso che da quello che so dei ragazzi di quell'età, la descrizione fatta
da Panoramix è assolutamente veritiera, anche nelle proporzioni, e non è
nemmeno molto diversa da quando avevo io la stessa età, posso proporre una
petizione:

visto che mi sono battuto per anni professionalmente per cecare
disperatamente di togliere l'etichetta di "sfigati" ai ragazzi adolescenti
che giocano a qualcosa di più cerebralmente impegnativo del calcetto,
vogliamo almeno non usare questa infelice definizione qui dentro?

Proprio il pregiudizio diffuso per cui "chi ha altri interessi oltre al
calcio, le moto ed i vestiti è uno sfigato" sta alla base della minore
diffusione della cultura dei giochi intelligenti nel nostro paese. Possiamo
quindi, almeno noi che dovremmo cercare di combatterlo, evitare di
alimentare questo pregiudizio?

ps: come corollario, possiamo iniziare a pensare ai videogiochi come ad una
passione complementare rispetto ai giochi da tavolo o ai gdr e non
alternativa o addirittura antitetica?

Just my 2 cents

Andrea


--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Stefano Gaburri - http://www.gaburri.net/email.html
2006-04-20 16:35:19 UTC
Permalink
Post by Andrea
visto che mi sono battuto per anni professionalmente per cecare
disperatamente di togliere l'etichetta di "sfigati" ai ragazzi adolescenti
che giocano a qualcosa di più cerebralmente impegnativo del calcetto,
vogliamo almeno non usare questa infelice definizione qui dentro?
beh ma qui non so si può non citare l'ultimo di Caparezza:
(parla un presunto sedicenne)

non vivo di pallone
non parlo di figone
non indosso vesti buone

quindi sono fuori da ogni discussione
andrea
2006-04-21 10:22:25 UTC
Permalink
Il 20 Apr 2006, 18:35, "Stefano Gaburri - http://www.gaburri.net/email.html"
Post by Stefano Gaburri - http://www.gaburri.net/email.html
Post by Andrea
visto che mi sono battuto per anni professionalmente per cecare
disperatamente di togliere l'etichetta di "sfigati" ai ragazzi adolescenti
che giocano a qualcosa di più cerebralmente impegnativo del calcetto,
vogliamo almeno non usare questa infelice definizione qui dentro?
(parla un presunto sedicenne)
non vivo di pallone
non parlo di figone
non indosso vesti buone
quindi sono fuori da ogni discussione
Grandissimo Caparezza :)

"fuori discussione" è già un pò meglio di "sfigato" come definizione... era
l'unica cosa che intendevo con il mio post.

"Sfigato", molto più dei termini equivalenti inglesi "nerd" o "geek" ha una
connotazione intrinsecamente negativa, e questo è pessimo "marketing di se
stessi". Forse se iniziassimo a pensare ed a parlare di noi stessi come
"talentuosi" o "svegli" o "poliedrici" o "dai molti interessi" invece che
come "sfigati" correremmo pure il rischio di convincere qualcuno di questa
cosa... in primis noi stessi!

--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
-LucaS-
2006-04-21 11:26:38 UTC
Permalink
Ciao, scusate se intervengo nella discussione riemergendo dal silenzio. :)

Io credo che abbiate toccato un punto che è il "cuore" della situazione del
gioco in Italia.
E' brutto dirselo, ma il problema dei giochi da tavolo qui da noi è proprio
questo: la PERCEZIONE di questo tipo di attività, a noi tanto cara, da parte
del "grande pubblico".


"Chi gioca ai giochi in scatola è visto come uno sfigato."
"I giochi in scatola sono una cosa da sfigati."


Questo è nella mente dell' "Italiano medio". Purtroppo è così, inutile
negarlo. Ed è QUESTO che secondo me dovrebbero tentare di cambiare i
produttori e le associazioni ludiche.
Lo sappiamo tutti qui su IHG, perchè è una cosa capitata a molti di noi:
quante volte abbiamo fatto giocare i cosiddetti "babbani" raccogliendo
stupore e consensi?
Persone che alla fine della serata (o del pomeriggio) sono andate a casa
contentissime e (nel migliore dei casi) ci hanno chiesto dove poter comprare
quei giochi così "diversi dai soliti".

Questo è il tasto su cui premere. Occorre (come non so, lascio agli "esperti
di marketing e comunicazione" la risposta) che il gioco da tavolo venga
percepito come qualcosa di affascinante e di nuovo. Come (per gli
adolescenti appunto) lo sono la partita di calcetto, la moto o la
playstation. Una cosa "da avere e da provare assolutamente", insomma.

Perchè (ad esempio) in Germania dire che si è passato il weekend giocando
alla Play2 con gli amici piuttosto che facendo interminabili sessioni di
boardgames non suscita grande differenza. Proviamo a pensare di dire una
cosa del genere qui... :/

Secondo me prima ancora dei costi, della reperibilità, delle traduzioni ecc
(quanta gente gioca ai videogames in inglese e se ne frega?) occorre
cambiare la cultura e l'approccio al gioco cosiddetto "intelligente". So che
non è poco, ma se non si cambia questo il tutto rimarrà sempre qualcosa di
"nicchia", qualcosa visto appunto come una stramberia.

Tutto come sempre IMHO, però era una discussione che proprio mi stava a
cuore. :-)

Ciao,
-LucaS-
Post by andrea
Grandissimo Caparezza :)
"fuori discussione" è già un pò meglio di "sfigato" come definizione... era
l'unica cosa che intendevo con il mio post.
"Sfigato", molto più dei termini equivalenti inglesi "nerd" o "geek" ha una
connotazione intrinsecamente negativa, e questo è pessimo "marketing di se
stessi". Forse se iniziassimo a pensare ed a parlare di noi stessi come
"talentuosi" o "svegli" o "poliedrici" o "dai molti interessi" invece che
come "sfigati" correremmo pure il rischio di convincere qualcuno di questa
cosa... in primis noi stessi!
TinuZ
2006-04-21 12:17:27 UTC
Permalink
Per quanto mi riguarda, condivido appieno questa tua analisi ... ed è per
questo che faccio il possibile per divulgare il piacere del gioco anche se
i mezzi sono limitati (girare nelle sere libere con la scatole sotto
braccio e organizzando ritrovi aperti ad amici di amici) cosi si
conquistano nuovi gioacatori se non si gode di pubblicità e fama con la
Sony e la sua PS ... palmo a palmo! :)
A presto!
TinuZ
Post by -LucaS-
Ciao, scusate se intervengo nella discussione riemergendo dal silenzio. :)
Io credo che abbiate toccato un punto che è il "cuore" della situazione del
gioco in Italia.
E' brutto dirselo, ma il problema dei giochi da tavolo qui da noi è proprio
questo: la PERCEZIONE di questo tipo di attività, a noi tanto cara, da parte
del "grande pubblico".
"Chi gioca ai giochi in scatola è visto come uno sfigato."
"I giochi in scatola sono una cosa da sfigati."
Questo è nella mente dell' "Italiano medio". Purtroppo è così, inutile
negarlo. Ed è QUESTO che secondo me dovrebbero tentare di cambiare i
produttori e le associazioni ludiche.
quante volte abbiamo fatto giocare i cosiddetti "babbani" raccogliendo
stupore e consensi?
Persone che alla fine della serata (o del pomeriggio) sono andate a casa
contentissime e (nel migliore dei casi) ci hanno chiesto dove poter comprare
quei giochi così "diversi dai soliti".
Questo è il tasto su cui premere. Occorre (come non so, lascio agli "esperti
di marketing e comunicazione" la risposta) che il gioco da tavolo venga
percepito come qualcosa di affascinante e di nuovo. Come (per gli
adolescenti appunto) lo sono la partita di calcetto, la moto o la
playstation. Una cosa "da avere e da provare assolutamente", insomma.
Perchè (ad esempio) in Germania dire che si è passato il weekend giocando
alla Play2 con gli amici piuttosto che facendo interminabili sessioni di
boardgames non suscita grande differenza. Proviamo a pensare di dire una
cosa del genere qui... :/
Secondo me prima ancora dei costi, della reperibilità, delle traduzioni ecc
(quanta gente gioca ai videogames in inglese e se ne frega?) occorre
cambiare la cultura e l'approccio al gioco cosiddetto "intelligente". So che
non è poco, ma se non si cambia questo il tutto rimarrà sempre qualcosa di
"nicchia", qualcosa visto appunto come una stramberia.
Tutto come sempre IMHO, però era una discussione che proprio mi stava a
cuore. :-)
Ciao,
-LucaS-
Post by andrea
Grandissimo Caparezza :)
"fuori discussione" è già un pò meglio di "sfigato" come definizione... era
l'unica cosa che intendevo con il mio post.
"Sfigato", molto più dei termini equivalenti inglesi "nerd" o "geek" ha una
connotazione intrinsecamente negativa, e questo è pessimo "marketing di se
stessi". Forse se iniziassimo a pensare ed a parlare di noi stessi come
"talentuosi" o "svegli" o "poliedrici" o "dai molti interessi" invece che
come "sfigati" correremmo pure il rischio di convincere qualcuno di questa
cosa... in primis noi stessi!
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ***@newsland.it
Andrea
2006-04-21 12:47:58 UTC
Permalink
Esattamente quello che intendevo con il mio primo post... grazie LucaS e
TinuZ per aver espresso in maniera più chiara il tutto! :)

Andre(A?)
Post by TinuZ
Per quanto mi riguarda, condivido appieno questa tua analisi ... ed è per
questo che faccio il possibile per divulgare il piacere del gioco anche se
i mezzi sono limitati (girare nelle sere libere con la scatole sotto
braccio e organizzando ritrovi aperti ad amici di amici) cosi si
conquistano nuovi gioacatori se non si gode di pubblicità e fama con la
Sony e la sua PS ... palmo a palmo! :)
A presto!
TinuZ
Post by -LucaS-
Ciao, scusate se intervengo nella discussione riemergendo dal silenzio. :)
Io credo che abbiate toccato un punto che è il "cuore" della situazione del
gioco in Italia.
E' brutto dirselo, ma il problema dei giochi da tavolo qui da noi è proprio
questo: la PERCEZIONE di questo tipo di attività, a noi tanto cara, da parte
del "grande pubblico".
"Chi gioca ai giochi in scatola è visto come uno sfigato."
"I giochi in scatola sono una cosa da sfigati."
Questo è nella mente dell' "Italiano medio". Purtroppo è così, inutile
negarlo. Ed è QUESTO che secondo me dovrebbero tentare di cambiare i
produttori e le associazioni ludiche.
quante volte abbiamo fatto giocare i cosiddetti "babbani" raccogliendo
stupore e consensi?
Persone che alla fine della serata (o del pomeriggio) sono andate a casa
contentissime e (nel migliore dei casi) ci hanno chiesto dove poter comprare
quei giochi così "diversi dai soliti".
Questo è il tasto su cui premere. Occorre (come non so, lascio agli "esperti
di marketing e comunicazione" la risposta) che il gioco da tavolo venga
percepito come qualcosa di affascinante e di nuovo. Come (per gli
adolescenti appunto) lo sono la partita di calcetto, la moto o la
playstation. Una cosa "da avere e da provare assolutamente", insomma.
Perchè (ad esempio) in Germania dire che si è passato il weekend giocando
alla Play2 con gli amici piuttosto che facendo interminabili sessioni di
boardgames non suscita grande differenza. Proviamo a pensare di dire una
cosa del genere qui... :/
Secondo me prima ancora dei costi, della reperibilità, delle traduzioni ecc
(quanta gente gioca ai videogames in inglese e se ne frega?) occorre
cambiare la cultura e l'approccio al gioco cosiddetto "intelligente". So che
non è poco, ma se non si cambia questo il tutto rimarrà sempre qualcosa di
"nicchia", qualcosa visto appunto come una stramberia.
Tutto come sempre IMHO, però era una discussione che proprio mi stava a
cuore. :-)
Ciao,
-LucaS-
--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
'Brizio
2006-04-21 18:04:10 UTC
Permalink
Il Fri, 21 Apr 2006 13:26:38 +0200, dalla lontana Amburgo, scorsi
Post by -LucaS-
Perchè (ad esempio) in Germania dire che si è passato il weekend giocando
alla Play2 con gli amici piuttosto che facendo interminabili sessioni di
boardgames non suscita grande differenza. Proviamo a pensare di dire una
cosa del genere qui... :/
Mesi fa in un ludopub di Amburgo l'autore di Dolmengotter (nonche'
editore di Antike e non ricordo di che altro) ha detto che suo figlio
aveva organizzato un LAN Party a casa sua per la sera.
Ecco... le reazioni dei presenti non sono state molto dissimili da
quelle che si avrebbero in Italia: "un lanche'?" "videogiochi...
pfui"...

Ciao
--
-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*
'Brizio
Coordinatore Area Indipendence Bay
Giurato Best of Show
Lucca Games - www.luccagames.com
gatta
2006-04-22 17:01:39 UTC
Permalink
Post by -LucaS-
Persone che alla fine della serata (o del pomeriggio) sono andate a casa
contentissime
Un saluto al ng.. è da un po' che vi leggo anche se non ho mai scritto.. la
frase qui sopra potrebbe benissimo essere per me.. fino a pochissimo tempo
fa i giochi di ruolo non li avevo mai sentiti nominare e i giochi da tavolo,
in generale, li consideravo una cosa da bambini.. poi ho conosciuto una
persona che me ne ha parlato e mi ha incuriosito al punto da farmi provare..
e alla fine del pomeriggio ero proprio stracontenta.
Ciao,
Stefania
Korin Duval
2006-04-23 07:46:54 UTC
Permalink
On Fri, 21 Apr 2006 13:26:38 +0200, "-LucaS-"
<***@XYhotXYmailXY.com> wrote:

[...]
Post by -LucaS-
Questo è il tasto su cui premere. Occorre (come non so, lascio agli "esperti
di marketing e comunicazione" la risposta) che il gioco da tavolo venga
percepito come qualcosa di affascinante e di nuovo. Come (per gli
adolescenti appunto) lo sono la partita di calcetto, la moto o la
playstation. Una cosa "da avere e da provare assolutamente", insomma.
Certo che mi fa ancora effetto vedere i videogiochi sullo stesso piano
del calcetto e della moto... O_____O
Ho 26 anni, abbastanza da ricordare che i videogiochi, prima della
Playstation, erano "passatempo da appestati" (e associati a satanismo
e fatti di cronaca nera con una certa noncuranza da parte della
stampa) non più lungi di... Facciamo 5, 7 o 10 anni?

Che dire... Riuscirà qualcuno a "sdoganare" i giochi da tavolo? Io ce
l'ho fatta con Formula Dè, Bang, e Mosca '80 (giuro) con i miei amici
babbani, e forse ho aperto una breccia con Scrabble coi miei
genitori... ma per il mercato di massa serve ben altro, temo.
Andrea
2006-05-03 08:37:12 UTC
Permalink
Post by Korin Duval
On Fri, 21 Apr 2006 13:26:38 +0200, "-LucaS-"
[...]
Post by -LucaS-
Questo è il tasto su cui premere. Occorre (come non so, lascio agli "esperti
di marketing e comunicazione" la risposta) che il gioco da tavolo venga
percepito come qualcosa di affascinante e di nuovo. Come (per gli
adolescenti appunto) lo sono la partita di calcetto, la moto o la
playstation. Una cosa "da avere e da provare assolutamente", insomma.
Certo che mi fa ancora effetto vedere i videogiochi sullo stesso piano
del calcetto e della moto... O_____O
Ho 26 anni, abbastanza da ricordare che i videogiochi, prima della
Playstation, erano "passatempo da appestati" (e associati a satanismo
e fatti di cronaca nera con una certa noncuranza da parte della
stampa) non più lungi di... Facciamo 5, 7 o 10 anni?
Che dire... Riuscirà qualcuno a "sdoganare" i giochi da tavolo? Io ce
l'ho fatta con Formula Dè, Bang, e Mosca '80 (giuro) con i miei amici
babbani, e forse ho aperto una breccia con Scrabble coi miei
genitori... ma per il mercato di massa serve ben altro, temo.
Sull'argomento, bella strip sul Dorktower di oggi, 3 maggio 2006:

http://archive.gamespy.com/comics/dorktower/

Andrea

--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/

Panoramix
2006-04-20 19:02:48 UTC
Permalink
Andrea bussando alle porte della Corte del Re Cremisi il 20/04/2006
Post by Andrea
visto che mi sono battuto per anni professionalmente per cecare
disperatamente di togliere l'etichetta di "sfigati" ai ragazzi adolescenti
che giocano a qualcosa di più cerebralmente impegnativo del calcetto,
vogliamo almeno non usare questa infelice definizione qui dentro?
Indubbiamente, molti dei giocatori (in genere), possono essere definiti
"sfigati", nel senso che quella parola ha nel gergo comune. Come gli
anglofoni dicono nerd o geek, noi diciamo sfigati. Il problema non è
tanto come li si chiama, ma la sostanza che sta dietro quel termine.
Perché a volte è vero che essere "diversi" (in questo caso, sfigati) è
dannatamente difficile e si viene guardati da tutti dall'alto verso il
basso e isolati.

Però se posso dire noto che i giocatori contemporaneamente metallari,
spesso sono sì guardati di traverso dal grosso della gente, ma sono ben
compatti tra di loro ed hanno un gruppetto nel quale si riconoscono e
che li fa sentire meno isolati dal mondo.
Post by Andrea
ps: come corollario, possiamo iniziare a pensare ai videogiochi come ad una
passione complementare rispetto ai giochi da tavolo o ai gdr e non
alternativa o addirittura antitetica?
Io gioco a tutto quello che posso. E' vero che ho spesso sacrificato i
videogiochi per giocare di ruolo o da tavolo (sulla PS2 ho giocato ad un
pugno di giochi; a nessuno nell'ultimo anno). E' imho inevitabile, se si
vuole giocare non si ha tutto il tempo del mondo e si deve sacrificare
qualcosa. Comunque, i videogiochi sono ottime fonti di ispirazione per i
gdr, e su alcune cose puoi giocare solo con un console (rally, sport in
genere che da tavolo mi piace poco se è simulativo (Formula Dè a parte)).

I miei 2 centesimi, ovviamente.
--
Panoramix Il Druido, vice presidente junior della Chiapponzilla® Inc.
V. 1.74 del sistema operativo integrato con interfaccia grafica corporea
"...è sospettato essere un libero professionista sovversivo"
(da Brazil, un musical vichingo di Terry Gilliam)
Marco Calcaterra (DeSangre)
2006-04-21 13:31:34 UTC
Permalink
Post by Andrea
ps: come corollario, possiamo iniziare a pensare ai videogiochi come ad una
passione complementare rispetto ai giochi da tavolo o ai gdr e non
alternativa o addirittura antitetica?
Personalmente, mai pensato come antitetica, anzi. La mia considerazione
nasceva dal rapporto vendite VG / GDT non dalla mia volontà di dire che chi
fa una cosa non puo' fare l'altra. DI certo si puo' fare qualcosa per
migliorare le vendite dei GDT e io, nel mio piccolo cerco di farlo
settimanalmente :)
Francesco Rotta
2006-04-19 18:02:05 UTC
Permalink
Post by frarobertooo
Io giocavo un sacco a "bottiglia"... od almeno cercavo di farmi
quella che roteava ? :-D
Post by frarobertooo
invitare avunque giocassero ;)
il brutto è quando ti invitavano nei raduni di culturisti gay negri....
...li si che erano dolori :-)

Francesco
Francesco Rotta
2006-04-19 17:53:48 UTC
Permalink
Post by a***@gmail.com
Ma secondo voi, a cosa giocano i ragazzi dai 13 ai 18 anni? Avete
qualche indicazione un po' basata su fatti o cifre plausibili?
Tutti a Warangel alla facciazza tua :-D

Francesco
Francesco Rotta
2006-04-19 17:54:35 UTC
Permalink
***@gmail.com wrote:

credo agli sparatutto della PS2
Panoramix
2006-04-20 15:21:08 UTC
Permalink
Post by a***@gmail.com
Ma secondo voi, a cosa giocano i ragazzi dai 13 ai 18 anni? Avete
qualche indicazione un po' basata su fatti o cifre plausibili?
Allora, essendo io un diciassettenne vi posso dare informazioni basate
sulla mia esperienza. Ovviamente il mio punto di vista è comunque
parziale e soggettivo (chi dice sfigato?), e nel mio gruppo di amici
tutti hanno giocato o giocano "seriamente".

Nella mia classe di 19 persone divisa a metà tra i due sessi, i ragazzi
giocano ai videogiochi ma non tutti con grande frequenza. Molti giocano
a calcio/calcetto (agonistico o amatoriale). Le ragazze giochicchiano a
pallavolo, ma poche seriamente. Tutti o quasi giocano ogni tanto a
tresette, briscola e scopa.

Quelli del mio gruppo di gioco (8 tra ex e giocanti), ovviamente giocano
di ruolo, poi chi più chi meno anche di carte (Munchkin, Bang!, SOS!,
Lupus...), ad un paio piacciono anche giochi più tosti (Puerto Rico,
Funkenshlag, Guerra dell'Anello) e ovviamente Magic che ancora impera
abbondantemente, nonostante le critiche alle nuove uscite. Tra di noi va
forte il basket (4 a livello più o meno agonistico), e tutti hanno
provato a fare GRV o battaglie medievali, ma solo un paio sono appassionati.

Tra le mie conoscenze alcuni giocano di ruolo (D&D), altri fanno GRV,
questi due gruppi tendono anche a provare e spesso giocare Magic e
Warhammer (fantasy soprattutto). E devo dire che la maggioranza di
questi sono ragazzi (ma no!) e tutti più o meno metallari (ma no!).

Dovessi dire in generale, credo che la maggioranza degli adolescenti
giochi a calcetto (i maschi) ogni tanto (1 volta a settimana),
saltuariamente ai videogiochi (lo studio porta via un sacco di tempo, e
spesso si esce); le ragazze più che giocare tendono ad uscire (shopping,
chiacchere pure e semplici).
Parlando di giochi "sociali" la quasi totalità non va oltre le carte
napoletane, o al massimo dama, raramente scacchi.
Su quest'ultimo dato, vorrei dire però che alla scorsa autogestione
nella mia scuola abbiamo tirato su un corso di scacchi che era in realtà
una sala con 5-6 scacchiere ed i tavoli erano quasi sempre pieni.

Ripeto che la mia visione è un po' distorta.
Per ogni domanda...
--
Panoramix Il Druido, vice presidente junior della Chiapponzilla® Inc.
V. 1.74 del sistema operativo integrato con interfaccia grafica corporea
"...è sospettato essere un libero professionista sovversivo"
(da Brazil, un musical vichingo di Terry Gilliam)
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