Post by Federico 'Lobo' FaenzaPost by Andrea ChiarvesioPertanto, non saprei come dirlo in maniera meno brutale di questa, è del
tutto impossibile che un editore medio-grande decida di prendere in
considerazione un gioco di carte collezionabili ideato da un autore
sconosciuto, indipendentemente da quanto interessante possa essere il
prototipo: nessuno rischia a cuor leggero così tanti soldi.
Secondo me non e' una questione di autore conosciuto o meno: e' che i
giochi di carte collezionabili, oramai, fanno il percorso inverso: si
parte dalla licenza e da li si studiano le meccaniche, ed e' quindi
decisamente impossibile che un editore che sa quello che fa accetti un
prodotto del genere.
Comunque concordo con Andrea, il mercato dei GCC e' completamente
inflazionato. C'e' bisogno di nuove idee che escano dai canoni,
qualcosa che sia "nuovo" e "emozionante" come era la collezionabilita'
12 anni fa', che ora e' decisamente abusata (vedi giochi di carte,
miniature, sottobicchieri, tessere, chips collezionabili).
Sono persino piu' estremista: se un autore ha un gioco che potrebbe
descrivere come "beh, e' simile a X", sia come meccaniche che come
"apparenza" e' meglio se lo scarta e riparte da zero :)
(tra l'altro, io penso che non sia solo il settore dei collezionabili
ad essere inflazionato, ma persino quello dei giochi da tavolo: escono
piu' di 200 titoli all'anno di giochi con un target simile e sovente
con meccaniche o tema simile, ma siamo completamente impazziti?)
ciao
Federico 'Lobo' Faenza
Assolutamente d'accordo. Il problema è che spesso le idee nuove o
rivoluzionarie richiederebbero investimenti, che le aziende (in qualsiasi
settore, per carità), sono generalmente restie a fare.
In generale l'intero settore ludico è inflazionato di proposte, per varie
ragioni: le barriere di accesso sono molto basse (autoprodurre un gioco è
alla portata di chiunque abbia un paio di migliaia di euro da spendere, con
qualche accorgimento basta anche meno...), la passione dei giocatori li
porta ad ambire a diventare autori a loro volta, ecc... la situazione non è
molto diversa dal mercato editoriale, dove ci sono migliaia di titoli in
libreria ma solo una manciata vende davvero e tiene vivo il settore.
La varietà dell'offerta rimane secondo me, nonostante tutto, un fattore
positivo, ma rende necessaria una maggiore professionalità a tutti i livelli
tra gli "operatori di settore", per aiutare i potenziali clienti ad
orientarsi in una babele di proposte spesso simili tra loro e mediamente
mediocri.
Diciamo che ci vorrebbero, tanto per fare qualche esempio:
- commessi in grado di distinguere i Coloni di Catan dalla casa della Barbie
- negozianti di giocattoli che alla domanda "avete carte di Magic (o Puerto
Rico, fate voi)" non rispondano "non trattiamo giochi di ruolo" con l'aria
della persona a cui è appena stato chiesto se vende crack o materiale per
sette sataniche ("hey, Marcia, a satanist!")
- distributori in grado di selezionare all'interno delle centinaia di titoli
potenzialmente disponibili e di proporre con convinzione i pochi in grado di
fare breccia e di conquistare nuovi giocatori.
- editori piccoli non in preda a manie di grandezza e/o bulimia che partendo
da un gioco magari valido nel giro di due anni si ritrovino con un catalogo
di venti titoli, di cui diciassette mediocri, inondando il mercato di
prodotti mirati sempre allo stesso target.
- altri editori (quelli grandi) con un briciolo di "palle" in più e che
osino pubblicare non solo giochi su licenza dalle meccaniche banali e
ripetitive ma anche qualche prodotto di qualità.
- autori seri, che propongano giochi alla comunità ludica solo dopo un
puntuale lavoro di playtesting, che comprendano le logiche e le meccaniche
del mercato, che non inflazionino il mercato di autoproduzioni di qualità
mediocre, ma che arrivino all'autoproduzione con prodotti originali,
innovativi e curati da ogni punto di vista.
- uno o due "awards" di settore attendibili, autorevoli ed imparziali,
riconosciuti tali da tutti ed assegnati da giornalisti e professionisti del
settore, magari addirittura una rivista pubblicata da un editore
indipendente... per non parlare di uno o più siti web.
- qualche giornalista in più che ne capisca qualcosa e che aiuti a
diffondere un'informazione seria sul mondo ludico.
Ok, smettetela di ridere e torniamo in Italia...
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